L'UES era sempre la stessa. Frenetica, vivace, rumorosa, piena di smog e di taxi gialli che coloravano quelle strade che conoscevo e che percorrevo sin da quando ero bambino. Quante cose erano cambiate da allora, quante non lo erano affatto. Io, personalmente, mi sentivo cambiato. Mi sentivo più libero, indipendente e anche più forte. Quando la vita ti pone davanti a dei problemi, quando tutto diventa buio intorno a te riesci a capire molte più cose di quante in una condizione di normale quotidianità avresti potuto percepire. Erano passati due anni dal diploma.
Due anni. Non mi ero mai allontanato dall'UES, e per certi versi non me ne dispiaceva affatto. E nonostante questo, non avevo mai trascorso più di un'ora con quelli che erano i miei amici, i miei conoscenti, le persone con cui avevo condiviso tutto e niente allo stesso tempo. Il marciapiede pulsava di gente, erano le undici passate di un fresco e nuvoloso mattino di settembre. Con fare tranquillo portai la mano destra verso il mio collo. Sistemai il colletto del
giubotto che indossavo mentre continuavo a guardare di fronte a me. Dove stavo andando? Al parco. Volevo stare un po' da solo, per pensare meglio di quanto potessi fare stando a casa, o davanti a una tazza di caffé fumante. Quella mattina mi ero svegliato presto, avevo trovato il tempo per andare a fare jogging e scaricare le tensioni degli ultimi giorni. Portai una mano tra i capelli e massaggiai la fronte. Il cellulare nella tasca interna del giubotto era nuovo di zecca.
*Mhm, quasi quasi un caffé..*
Vidi una donna che beveva un sorso di caffé ad ogni pausa dalla sua importantissima telefonata di lavoro, e il profumo che la bevanda nera emanava mi tentò dal seguire il suo esempio.
*Magari, al chiosco del parco.*
Pensai, dischiudendo le labbra e sospirando. Fortuna che non avevo fretta. Era una mia impressione, o quel marciapiede era molto, molto affollato?